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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica Collatino / Via Salviati

Tor Sapienza, Salvini in visita nel campo rom Salviati: "Chi governa con noi deve chiuderli"

Il leader del Carroccio in tour nell'insediamento di Roma est, al centro di continue denunce dei residenti per roghi tossici e degrado. Sulle elezioni di giugno: "Io un nome in testa ce l'ho"

Se chi esce dalle baracche ha un lavoro e puoi pagarsi un casa ben per lui, alternative al momento non ce ne sono. Una cosa è certa: "Chi vuole governare con la Lega, i campi rom li deve chiudere". E' il messaggio lanciato dal leader del Carroccio, Matteo Salvini, in visita questa mattina a Tor Sapienza, nel campo rom di via Salviati. Prima un rapido incontro con i cittadini, esasperti da degrado e roghi tossici, in piazza De Cupis, poi il tour dell'insediamento, tra insulti, qualche applauso e scritte a bombolette dedicate proprio a lui: "Benvenutto a Roma, Mateo". 

Da un mini palco con una pedana di legno allestito per l'occasione, con sedia e bottiglia d'acqua come nelle migliori conferenze, ripete il mantra: "Questa vergogna va chiusa, anche Roma deve avere legalità, ordine pubblico, pulizia, decoro" e a voce bassa mentre si fa largo tra i cronisti "qui di legale non c'è proprio un ca***". Difficile trovare chi dissente: che i 'villaggi' vadano chiusi è opinione unanime, degli abitanti che vivono in condizioni da favela, dei residenti che sopportano sporcizia e delinquenza, delle associazioni che tutelano i diritti della comunità rom. Quel che Salvini dimentica, è il dopo. 

Si smantellano i campi, e il leit motiv della ruspa torna a insinuarsi timido. Il leader stavolta sceglie la linea morbida e la parola non viene mai pronunciata. Resta il concetto, immutato del "giù le baracche". Ma le decine di famiglie che non hanno casa, dove vanno a finire? Le risposte non arrivano. "Intanto sto ascoltando" e poi "chi ha lavoro può permettersi una casa, come accade a Milano, a Torino, a Bologna, lì i rom vivono nelle case" insiste il leader lumbard. "Noi il lavoro non ce lo abbiamo" ribatte un sedicente rappresentante della comunità rom, vestito in blu di tutto punto per la visita. 

VIDEO--->ROM "INDOTTRINATI" DANNO RAGIONE A SALVINI: "PRIMA GLI ITALIANI"

"Ci avete tolto pure il ferro, ora ci controllate anche le auto che entrano e escono" grida qualcuno tra la folla. "Quello non è un lavoro legale" risponde Salvini, senza nascondere il nervosismo che monta. Ma le tasse le pagate? "E come le paghiamo se non lavoriamo?". Un circolo dal quale sembra impossibile uscire: abbattere i campi è prioritario, ma senza un piano di inserimento nel contesto sociale, abitativo e lavorativo, al quale, ovvio, contribuisce il pubblico, resta uno slogan. Così il leader del Carroccio va via senza risposte, ma non manca di replicare a Gabrielli. Roma non ha bisogno di "farmaci nord"? "Il prefetto Gabrielli ha fallito. Sia licenziato e cambi lavoro". 

ELEZIONI E CANDIDATURE - Insomma, dai campi rom, un grande classico, è partita la campagna elettorale leghista a Roma. E i commenti alla stampa sulle elezioni di giugno sono inevitabili. Bertolaso, candidato in pectore, si sa, a Salvini non va giù. Specie da quando, proprio a proposito di rom, ha "osato" constatare che sono una categoria della popolazione "vessata". Poi ci ha aggiunto che se non fosse candidato voterebbe Giachetti, e ha fatto la frittata. L'accordo con Fdi e Fi è praticamente saltato, e lui stesso prepara 15 gazebo da allestire sabato e domenica nei municipi romani. Una lista con tutti i possibili candidati, alcuni ufficialmente già scartati, da Rita Dalla Chiesa a Irene Pivetti passando per Giorgia Meloni e Fabio Rampelli, e uno spazio bianco, dove i cittadini potranno suggerire nomi ex novo. Anche se, lo dice chiaro: "Io un nome in testa già ce l'ho". Ma ancora, non scioglie la riserva. 

Salvini in visita al campo rom Salviati

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