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Cronaca Trigoria / Via di Trigoria

As Roma, dipendente licenziata per video hard rubato: indaga la procura Figc

Il sindacato Ficams Cgil: "As Roma da cartellino rosso". Il giovane calciatore della squadra Primavera rischia una denuncia per revenge porn

Video hard a Trigoria. La procura della Figc (Federazione italiana giuoco calcio) ha aperto un procedimento in merito ai comportamenti di alcuni tesserati dell'As Roma che hanno portato al licenziamento di una impiegata della società e del compagno. La vicenda è stata resa nota dal Fatto Quotidiano accendendo un forte dibattito. Il filmato in atteggiamenti intimi, era stato rubato e diffuso da un tesserato della Roma Primavera che si era fatto prestare lo smartphone dalla donna per fare una telefonata. Il giovane si è poi appropriato del video e lo ha inoltrato ad alcuni compagni di squadra con lo stesso poi diventato virali sulle chat di dirigenti e tesserati giallorossi. L'As Roma ha poi deciso di licenziare la vittima del furto  "incompatibilità aziendale".

L'inizio della vicenda 

La vicenda, divenuta pubblica sulle pagine del Fatto Quotidiano nella giornata di giovedì 14 marzo, risale allo scorso anno. A raccontare come si è sviluppata il sindacato Filcams Cgil Roma e Lazio che in una nota stampa spiega: "As Roma da cartellino rosso. È novembre 2023 quando l’Hr e il legale dell’As Roma convocano nei loro uffici due loro dipendenti per comunicargli il licenziamento immediato per “incompatibilità ambientale”. La storia parte nel settembre dello stesso anno, quando i due dipendenti convocati da due vertici dell’As Roma, scoprono di essere stati oggetto, più di un anno prima, di una gravissima violazione della privacy, attraverso una squallida e ampia diffusione avvenuta di chat in chat, di un sex tape amatoriale privato da parte di un giovane calciatore, che ha sottratto il video dallo smartphone dell’ormai ex dipendente. Solo nel momento successivo alla convocazione, la lavoratrice e il lavoratore, che nella vita privata sono una coppia, coinvolti in questa svilente storia, comprendono finalmente le vessazioni e le battute a sfondo sessuale subite nei mesi precedenti da parte di tanti calciatori e addetti dell’As Roma. Nella stessa giornata, poco più tardi, viene convocato anche il calciatore, alla presenza dei due dipendenti e dei dirigenti, il  quale conferma e confessa di aver sottratto il video dallo smartphone della lavoratrice, prestatogli da quest’ultima per poter fare una telefonata al proprio procuratore".

Grave violazione della privacy

"I due dipendenti, contestualmente al licenziamento ricevuto - prosegue la nota stampa della Cgil di Roma e Lazio che prosegue: - si rivolgono immediatamente alla Filcams CGIL Roma Lazio, che prontamente fornisce loro supporto emotivo e sindacale, impugnando il licenziamento e avviando tutte le pratiche necessarie per la loro tutela. Vista la grave violazione della privacy subita dai lavoratori conseguenza dello scellerato gesto del calciatore, abbiamo, come sempre, tenuto il massimo riserbo convinti che l’As Roma, avrebbe ritirato i licenziamenti del tutto illegittimi e che si sarebbe fatta giustizia a favore dei due lavoratori. La società ha preferito invece tutelare un ipotetico investimento milionario sul calciatore coinvolto in questa storia, piuttosto che prendere le parti dei propri dipendenti, i quali non solo non hanno commesso alcun illecito ma avrebbero avuto tutto il diritto di essere tutelati dall’As Roma, società per la quale sono stati alle dipendenze per anni".

Tutela di lavoratori e lavoratrici 

"Quanto avvenuto non può e non deve accadere in un paese civile e, seppur certi dell’esito legale positivo a favore dei lavoratori per la vertenza in corso - conclude la nota della Filcams Cgil Roma e Lazio - chiediamo alle Istituzioni e alla politica di agire, da un lato, nei confronti dell’As Roma, perché non si attenda l’esito di un processo per fare il necessario passo indietro rispetto a licenziamenti evidentemente ingiusti e illegittimi e, dall’altro, di attivarsi per cambiare le norme sul lavoro, che le riforme, negli anni, hanno progressivamente indebolito e che vanno invece rafforzate o, come nel caso dei licenziamenti illegittimi, ripristinate, per garantire diritti e tutele a chi lavora. Tuteleremo la lavoratrice e il lavoratore in tutte le sedi competenti".

La nota dell'As Roma

L'As Roma ha poi diffuso una nota stampa nella quale scrive: "Con riferimento a quanto apparso nelle giornate di ieri e di oggi su alcuni organi di stampa in relazione a una vicenda, in realtà risalente nel tempo, che ha riguardato due dipendenti (un uomo e una donna) e un tesserato del Club, l’AS Roma, ravvisato il tono diffamatorio della campagna scaturita, ritiene che sia in atto un chiaro tentativo di attaccare e destabilizzare la Società e il suo Gruppo in un momento cruciale della stagione sportiva.
La Società, nel ribadire la correttezza del proprio operato, intende evidenziare alcuni fatti rilevanti di cui è venuta a conoscenza nel novembre 2023, che hanno determinato la decisione aziendale assunta: Il licenziamento è la conseguenza di una circostanza che, oltre ad essere contraria al Codice Etico della Società, e ad aver riguardato indistintamente entrambe le persone che hanno registrato il video, ha oggettivamente determinato l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo con il Club, anche alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con i minorenni".

Difesa dei propri interessi

"I fatti sono stati strumentalizzati ad arte per presumere un’inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento, quando il provvedimento della Società ha riguardato contestualmente (­lo stesso giorno e alla stessa ora) anche il ragazzo coinvolto nei fatti. È peraltro purtroppo vero che nel video emergeva la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative. L’AS Roma comunica che intende fermamente tutelarsi a difesa dei propri interessi, in tutte le sedi competenti, al fine di proteggersi da attacchi gravi e spregiudicati, ristabilendo la verità oggettiva dei fatti".

Cosa rischia il calciatore della Roma Primavera

Il giocatore della Primavera che si è appropriato ed ha diffuso il video rischia una denuncia per revenge porn (letteralmente vendetta pornografica). Un reato penale (612-ter codice penale) che consiste nella "diffusione illecita di contenuti sessualmente espliciti può avere a oggetto immagini o video che ritraggano atti sessuali ovvero organi genitali ovvero anche altre parti erogene del corpo umano, come i seni o i glutei, nudi o in condizioni e contesto tali da evocare la sessualità".

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