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Giovedì, 25 Aprile 2024
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A cura di sartoria-politica

Dai rom vessati al sindaco sceriffo: Bertolaso prova a salvare se stesso

Come ti cambio il linguaggio. Dai rom difesi al pugno di ferro, dalla tolleranza alla tolleranza zero, dall'idea al pugno di ferro, fino ai vigili che devono essere come dei marines. E il sindaco-sceriffo. Ecco a voi il nuovo Guido Bertolaso. L'ex capo della Protezione civile, sulla graticola in questo week end di gazebarie (da cui si è sfilata la Lega di Salvini), sveste i panni del buonista, con simpatie verso l'uomo della sinistra (Roberto Giachetti), e indossa la divisa. La casacca del centrodestra per dimostrare di rispondere ai bisogni di quel popolo. Per parlare la lingua di chi lo ha messo in campo. E adesso ci ripensa.

“Se vinco le “gazebarie” entro un mese renderò noti i nomi della mia giunta”. Guido Bertolaso non arretra di un millimetro. Nonostante lo stop di Salvini; l’ex capo della Protezione civile, e al momento candidato di Forza Italia e Fratelli d’Italia per la carica a sindaco di Roma, sembra più determinato che mai.

Nel campo del centrodestra, continuano a resistere le candidature di Alfio Marchini e di Francesco Storace. Ma Bertolaso insiste: “Rispetto a me gli altri candidati non hanno l’esperienza” e ricorda dalle pagine de Il Tempo di ieri i suoi trascorsi alla Protezione civile, un servitore dello Stato che ha sempre portato avanti con onore gli incarichi che gli hanno affidato.

Una narrazione che rivendica il passato, che non tralascia anche quel terremoto del 6 aprile 2009 per cui l'ex sottosegretario è accusato omicidio colposo e lesioni nel processo 'Grandi rischi bis'. In caso  di condanna si comporterebbe come De Magistris e De Luca. “O le regole valgono solo per quelli di sinistra”.

I giornali più vicini all’area di centrodestra sembrano darci un’immagine diversa di Guido Bertolaso. Così dal quotidiano di Sallusti si ricordano i trascorsi in Africa del candidato, fresco di studi specialistici (il master in malattie tropicali all’università di Liverpool), per debellare i focolai di colera. Anche quando le luci dei media nostrani si spengono, Bertolaso continua la sua missione nel continente nero: nel 2012 in un piccolo ospedale a Yian, nel sud del Sudan; due anni dopo, nel 2014, in Sierra Leone per affrontare l’emergenza ebola. Chi non voterebbe per un candidato del genere?

C’è spazio anche per il calcio. L’ex capo della Protezione Civile è un tifoso della Roma, nella querelle tra il tecnico giallorosso e il capitano non ha dubbi: “Spalletti è bravo ma l’ottavo Re di Roma non me lo dovete toccare”.

Non c’è da stupirsi che il carattere dei candidati sia un elemento importante nella scelta degli elettori e nella costruzione di strategie. La figura è un fattore concreto al quale fare riferimento: ciascuno può rapportarsi seguendo propri schemi valutativi. Per questo i media tendono a lavorare sull’immagine di colui o colei che si presenta alle elezioni e a costruire “stereotipi” incentrati sulla personalità che sui programmi elettorali.

C’è spazio anche per il programma di governo: il ripristino delle regole per una città che vivrebbe nell’anarchia, il rifacimento del manto stradale, il rafforzamento dei mezzi pubblici e la raccolta differenziata porta a porta.

Le uscite pubbliche sui rom, "categoria vessata e penalizzata", o le simpatie per Giachetti, candidato sindaco per il centrosinistra, restano ancora una ferita aperta per il popolo del centrodestra che le ha maldigerite. Le “gazebarie” di questo weekend serviranno a testare il polso degli elettori anche se secondo molti le probabilità che Bertolaso venga bocciato sono pari a zero. Il senatore forzista Maurizio Gasparri l’ha fatto intendere chiaramente: “Sarà come proporre l’idraulico all’inquilino di una casa allagata”.

Dai rom vessati al sindaco sceriffo: Bertolaso prova a salvare se stesso

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